Medicina Nucleare
La medicina nucleare è quella branca della medicina che utilizza sostanze radioattive chiamate radiofarmaci o radionuclidi a scopo diagnostico ma anche terapeutico.
Come si svolge l'esame?
Al paziente viene somministrata una piccola quantità di radiofarmaco legato ad una molecola trasportatrice che raggiunge gli organi e i tessuti da studiare. Successivamente, il radiofarmaco, entrato nel normale metabolismo cellulare senza alterarlo, emette delle radiazioni; queste radiazioni vengono captate dai tomografi medico nucleari, trasformati in segnali elettronici e trasferiti su computer che, attraverso complessi programmi, a loro volta producono le immagini diagnostiche.
Allo stesso modo, i trattamenti terapeutici medico-nucleari (le cosiddette terapie radio metaboliche) vengono eseguite attraverso la somministrazione di radionuclidi legati a molecole trasportatrici che si legano ai tessuti patologici ed emettono le radiazioni ionizzanti, contribuendo così alla distruzione del tessuto malato e risparmiando per grande parte i tessuti sani circostanti.
Quante tipologie di radiofarmaci vengono utilizzate in medicina nucleare?
Le indagini diagnostiche di medicina nucleare si differenziano tra di loro per i radiofarmaci utilizzati che vengono scelti di volta in volta in base all’organo da studiare e alla patologia.
In medicina nucleare vengono usati diversi radionuclidi per la marcatura dei radiofarmaci. I radionuclidi più impiegati a scopo diagnostico sono il Tc-99m (tecnezio 99 metastabile che deriva dal decadimento del molibdeno 99, prodotto mediante un reattore nucleare) e il 18-F (Fluoro-18, prodotto mediante un ciclotrone).
Le indagini di medicina nucleare si differenziano tra di loro non solo per il radiofarmaco che si utilizza, ma anche a seconda delle apparecchiature impiegate. In particolare, radiofarmaci marcati con radionuclidi emettitori di fotoni singoli vengono rivelati mediante gamma camera, apparecchiatura per l’acquisizione di immagine scintigrafiche statiche. I radiofarmaci marcati con radionuclidi emettitori di positroni vengono rivelati, invece, mediante Tomografo ad Emissione di Positroni (PET).